Rubrica sulle intolleranze a cura della blogger Fabiana Corami,
la nostra Fabipasticcio
Quali problematiche di salute si accompagnano alla celiachia, come poi anche alla gluten sensitivity (sensibilità al glutine non celiaca)? Questo è l’interrogativo che sempre più celiaci e gluten sensitive si pongono e al quale gli specialisti dedicano sempre più attenzione e cercano di dare risposte approfondite, data l’importanza della sinergia tra intolleranze, allergie e malattie autoimmuni.
Chi soffre di celiachia e di gluten sensitivity si deve confrontare con la sindrome da leaky gut, o sindrome dell’intestino poroso e con un microbioma intestinale (il complesso dei batteri e dei microorganismi presenti nell’intestino) alterato. Ne consegue quindi che questo intestino può essere piuttosto sensibile nei confronti di diversi alimenti, che possono o scatenare i cosiddetti fenomeni di infiammazione da cibo e/o che sono dei panallergeni (gli allergeni che presentano reattività crociata). Uno di questi alimenti è il latte, soprattutto quello vaccino.
Del latte è nota l’allergia alle proteine del latte, che può essere scatenata anche da piccole quantità di latte e che dipende dalla sintesi delle immunoglobuline E (IgE). La parte proteica del latte è composta all’80% da caseine e al 20% da proteine del siero. Le caseine presenti nei vari tipi di latte sono simili, ma non uguali. L’allergia alle proteine del latte, che colpisce in una percentuale variabile tra il 2% e il 7% i bambini, può persistere anche nell’adulto o comparire ex novo; in questo ultimo caso si stima che la percentuale di adulti affetti da allergia al latte sia compresa tra 0,4% e lo 0,6%. I sintomi dell’allergia alle proteine del latte possono essere di tipo gastrointestinale, ma soprattutto di tipo respiratorio (asma, rinite allergica, ecc.) e cutaneo (eczema) Essendo però il latte un panallergene, le sue proteine danno origine sia a reazioni crociate sia a fenomeni di infiammazione da cibo. Quindi, il latte vaccino è fortemente sconsigliato in pazienti affetti da allergie respiratorie (come l’allergia agli acari) e da patologie quali il morbo di Crohn, la diverticolite, la colite, la colite ulcerosa, ma anche celiachia e gluten sensitivity.
L’allergia alle proteine del latte deve essere diagnosticata attraverso test specifici dallo specialista allergologo. La sensibilità alle proteine del latte è spesso diagnosticata dallo specialista sia considerando le eventuali sinergie tra allergeni sia per esclusione dell’allergia alle proteine del latte vera e propria e dell’intolleranza al lattosio. La tolleranza delle proteine del latte di altre specie mammifere va attentamente valutata, non si possono fare generalizzazioni considerata l’estrema complessità del problema. Diversi studi riguardanti la struttura delle caseine hanno evidenziato che ci sono delle differenze tra le caseine vaccine e quelle caprine; sembra che le caseine del latte di capra non inducano fenomeni infiammatori con la stessa intensità delle caseine del latte vaccino. Chiaramente, l’introduzione nella dieta di latte di capra deve essere valutata dallo specialista allergologo.
L’intolleranza al lattosio non è una allergia, cioè non è coinvolto il sistema immunitario, ma è una intolleranza enzimatica, ovvero è caratterizzata dal deficit di attività enzimatica della lattasi. La lattasi è l’enzima in grado di spezzare il lattosio, lo zucchero del latte, in molecole più piccole. Si stima che tale intolleranza sia presente nel 50% della popolazione mondiale, con punte del 70% in alcune aree del mondo (Asia, ad esempio). La sintomatologia dell’intolleranza al lattosio è generalmente di tipo gastrointestinale. L’intolleranza va diagnosticata tramite breath test dallo specialista, con il quale sarà concordata una corretta alimentazione.
Seguire un corretto iter diagnostico è perciò fondamentale per seguire una corretta alimentazione e di evitare quindi ogni fonte di disturbo. Per le persone affette da celiachia o da gluten sensitivity è ancora più importante verificare la sinergia o con l’intolleranza al lattosio o con la sensibilità alle proteine del latte, poiché diversi prodotti certificati senza glutine possono contenere o lattosio o proteine del latte. Effettuata quindi la diagnosi, lo specialista valuterà l’introduzione nella dieta già priva di glutine o di alimenti delattosati (intolleranza al lattosio) o di alimenti senza proteine del latte (sensibilità alle proteine del latte o addirittura allergia alle proteine del latte).